Fattore di manutenzione
Gli impianti d’illuminazione sono soggetti a usura e sporcizia fino alla fine della loro durata utile. Il fattore di manutenzione è quello che indica quanto flusso luminoso rimane ancora alla fine della durata utile dell’impianto. Il fattore di manutenzione va quantificato dal progettista e moltiplicato per il valore di flusso luminoso ad impianto nuovo. In questo modo si garantisce che l’illuminamento previsto dalle norme sia ancora presente alla fine della durata utile. L’illuminamento prescritto per le diverse attività lavorative si trova nelle norme internazionali sull’illuminazione EN 12464-1. Il fattore di manutenzione di un impianto illuminotecnico è composto dai 4 fattori che seguono.
1) Fattore di manutenzione del flusso luminoso ovvero indicazione della durata utile di un apparecchio
… indica il flusso luminoso che l’apparecchio conserva almeno fino alla fine della sua durata utile. Negli impianti professionali la durata utile ammonta a 50.000 ore. Queste 50.000 ore corrispondono ad esempio a 12,5 anni in un ufficio oppure in un centro commerciale con 4000 ore di funzionamento all’anno. Lo standard industriale è fissato a L80 dopo 50.000 ore. “L80” significa che una volta trascorse 50.000 ore rimane ancora l’80% del flusso luminoso iniziale. Gli apparecchi L90, di qualità superiore, dopo 50.000 ore emettono ancora almeno il 90% del flusso luminoso e quindi sono del 12,5% più pregiati. Il fattore di manutenzione del flusso luminoso ammonta a 0,8 per gli apparecchi L80, a 0,9 per gli apparecchi L90.
2) Fattore di manutenzione degli apparecchi
… indica quanto flusso luminoso degli apparecchi va perduto a causa dello sporco. Per contenere al minimo la perdita di flusso dovuta alla sporcizia si definisce un piano di pulizia. Il progettista illuminotecnico inserisce questo programma di pulizia in un piano di manutenzione e lo consegna al gestore dell’impianto, responsabile della sua corretta esecuzione a garanzia del flusso luminoso richiesto. Il fattore di manutenzione degli apparecchi viene ricavato dalle tabelle illustrate nella norma CIE 97-2005. Esempio: in un ambiente pulito, come ad esempio un ufficio, se la superficie di emissione della luce viene pulita accuratamente una volta all’anno il fattore di manutenzione dell’apparecchio sarà 0,93 (il flusso luminoso cala al massimo del 7% fra un intervento di pulizia e l’altro).
3) Fattore di manutenzione dei locali
… indica quanto flusso luminoso va perduto a causa dello sporco su pareti e soffitti. In un calcolo illuminotecnico le superfici perimetrali vengono associate a indici di riflessione come valori iniziali. Nel corso del tempo questi indici di riflessione diminuiscono fino a quando l’ambiente non viene ritinteggiato. Esempio: in un ambiente pulito, come ad esempio un ufficio, se le pareti vengono ritinteggiate ogni 3 anni il fattore di manutenzione locali sarà 0,94 (il flusso luminoso cala al massimo del 6% fra un intervento di tinteggiatura e l’altro).
4) Fattore di sopravvivenza lampade
... indica come quantificare il guasto definitivo di singole sorgenti luminose. Oggi i moderni impianti illuminotecnici si realizzano esclusivamente con tecnologia LED. Si presume che qualsiasi apparecchio guasto venga sostituito tempestivamente entro i 5 anni di garanzia. Pertanto il fattore di sopravvivenza lampade è ormai un vecchio ricordo dei tempi in cui si usavano lampade tradizionali e può essere quantificato con “1”. Esempio di un calcolo del fattore di manutenzione: fattore manutenzione flusso luminoso x fattore manutenzione apparecchi x fattore manutenzione locali x fattore di sopravvivenza lampade: 0,8 x 0,93 x 0,94 x 1 = FM = 0,7
Piano di manutenzione
Il progettista illuminotecnico consegna al gestore dell’impianto un piano di manutenzione come questo: “L’impianto d’illuminazione è concepito per un ambiente pulito come un ufficio. L’illuminamento prescritto è assicurato da un’accurata pulizia annuale delle superfici di emissione della luce. Inoltre le pareti e i soffitti vanno ritinteggiati di bianco ogni 3 anni. Gli apparecchi guasti vanno sostituiti a breve termine”.
Confronto L80 vs. L90
Gli apparecchi L80 con fattore di manutenzione del flusso pari a 0,8 raggiungono al massimo un fattore di manutenzione impianto 0,7 per 50.000h. (Ambiente pulito (ufficio), apparecchi puliti ogni anno, pareti ritinteggiate ogni 3 anni, sostituzione degli apparecchi guasti).
Apparecchi L90 (ambiente pulito (ufficio), apparecchi puliti ogni anno, pareti ritinteggiate ogni 3 anni, sostituzione degli apparecchi guasti). Gli apparecchi L90 comportano un fattore di manutenzione pari a 0,79 e sono più efficienti del 12,9%.
Nessuna manutenzione
Come si comporta il flusso luminoso se non si esegue alcuna manutenzione?
Consideriamo un fattore 0,68 e una manutenzione regolare. Se questa non viene eseguita, l’illuminamento scende sotto il valore minimo già dopo 27.947 ore. Con 4.000 ore di accensione annuale, l’illuminazione va rinnovata dopo soli 7 anni.
Esempio pratico
FM 0,8 applicato ad apparecchi L80
Talvolta i progettisti eseguono i calcoli applicando come fattore di manutenzione non quello reale di 0,68, bensì 0,8. Ciò accade per contenere il più possibile i costi d’investimento dell’impianto. Per essere corretto, il progettista deve avvertire il gestore che l’impianto non garantirà il flusso luminoso richiesto per 50.000 ore bensì soltanto per 31.250 ore. Calo di flusso luminoso (con FM 0,8) 20% / calo di flusso luminoso (con FM 0,68) 32% × durata nominale (20/32 × 50.000 = 31.250). Di conseguenza, con 4000 ore di funzionamento annuale l’impianto va rinnovato non dopo 12,5 anni bensì già dopo 7,8 anni!
Conclusione
Il fattore di manutenzione scelto deve essere documentato e consegnato al gestore dell’impianto insieme al calcolo illuminotecnico e al piano di manutenzione. L’illuminamento richiesto dalle normative 12464-1 e la durata utile di 50.000 ore potranno essere garantiti solo a patto di quantificare il fattore in modo coscienzioso e di rispettare il piano di manutenzione.